Quel 25 Aprile di libertà.
E ritornarono
spaesati e quasi increduli
con i vestiti lerci
visi scarni e
occhi lucidi:
Camminando sulle ali del cuore
alla ricerca dell’abbraccio e di quel sorriso sognato e
tante volte represso.
Ravvivar lo sguardo
negli occhi ormai
rugosi e spenti dell’amata sofferente e stanca madre.
Sfiniti e dal passo stanco
affamati di tutto
di famiglia
di donne
di un affetto
o di un semplice saluto amico.
Di una minestra calda
di pane e pomodoro
di un bicchiere di vino
da condividere con l’anziano padre .
Chiedere notizie al buon e saggio vicino…
per sapere e
informarsi per tutto quel tempo
lontano da casa.
E raccontare le paure e quella
sfrenata voglia
di tornare a vivere una vita
in serenità con i propri affetti.
Poter abbracciare gli amici e
salutare tutti in pace.
Fare una carezza a un bambino…
e al vecchio cane…
ringraziare Iddio e
gridare al mondo
con voce strozzata
da gioia e pianto
la sognata e ritrovata libertà.
Ernesto Grieco.
Una vena poetica viva che coinvolge i sentimenti più profondi. Ernesto Grieco si conferma un ottimo scrutatore dello spirito umano, come sempre.